DOCUMENTI DI GIACOMO E NICOLò
DA NOVELLO FIGLI DI GASPARE DA BASSANO
Da sinistra a destra: Casa Barbarella, Palazzo
Soranzo-Novello in Via F.M. Preti; Palazzo Dalmerigo-Novello in Bastia
Vecchia.
Vittore Soranzo dal banco concede un mutuo
a Giacomo e Nicolò da Novello
Creditum domini Victoris Superantio.
In Christi nomine amen anno eiusdem nativitatis 1489, indictione septima
die martis XVII mensis junii Castrifranchi sub porticu domus
habitationis infrascriptorum debitorum presentibus testibus
infrascriptis, ibique ser Nicolaus et Jacobus fratres quondam ser
Gasparis Novello cives Castrifranchi sponte omni exceptione remota simul
et insolidum se obligantes confessi fuerunt hodie habuisse et
manualiter recepisse mutuo a magnifici domino Victore Superantio quondam
clarissimi domini Johannis abancho gratis et amore mutuantis, ducatos
centum vigintiquinque auri boni et justi ponderis cum quibus denariis
ipsi fratres hodie solverunt eorum condamnationem quam eos latam per
magnificum dominum Johannem Petrum Longo olim potestatem Castrifranchi. Quos
denarios dicti fratres eidem magnifico domino Victori restituere
promiserunt ad omnem beneplacitum ipsius domini Victoris sub obligatione
omnium suorum bonorum.
Presentibus ser Guielmo Veronese squarerio comitis Bernardini, domino
presbitero Masino quondam ser Victoris de Cittadella, ser Antonio Gaio
quondam ser Petri cive Castrifranchi, ser Jacobo Tonso de S. Andrea
quondam Petri.
ASBas. Notarile Castelfranco b. 9a cc. 80r
Not. Giovanni Ferro
Credito del signor Vittore Soranzo
Nel nome di Cristo
amen, nell’anno della sua natività 1489 nell’indizione settima nel
giorno diciassette del mese di giugno di Castelfranco, sotto il portico
della casa d’affitto (in Bastia Vecchia di proprietà di Filippo
Almerico de Castellis) degli infrascritti debitori, alla presenza dei testimoni
infrascritti, e qui messer Nicolò e Giacomo fratelli del fu Gaspare
Novello cittadini di Castelfranco di loro spontanea volontà a ogni
eccezione remota, insieme e insolidum obbligandosi hanno confessato oggi
di avere avuto e manualmente aver ricevuto dal magnifico signor Vittore
Soranzo del fu chiarissimo signor Giovanni dal banco, per grazia e per
amore nel prestare con mutuo, ducati centoventicinque d’oro buono e del
giusto valore, con il cui denaro gli stessi fratelli oggi hanno pagato
per la tale loro condanna, per loro inflitta dal magnifico signor
Giovanni Pietro Longo, una volta podestà di Castelfranco. I quali
denari, i detti fratelli hanno promesso di restituire allo stesso
magnifico signor Vittore, a ogni beneplacito del medesimo signor
Vittore, sotto l’obbligazione di ogni loro bene.
Alla presenza di messer
Guglielmo veronese [componente della milizia] del conte Bernardino, del signor prete Masino
del fu Vittore da Cittadella, messer Antonio Gaio del fu messer Pietro
cittadino di Castelfranco, messer Giacomo Tosato da Sant’Andrea del fu
Pietro.
Giacomo e Nicolò da Novello comprano da Vittore Soranzo un sedime con
casa all’interno del castello.
Emptio ser Jacobi et Nicolai de Novello.
In
Christi nomine amen anno eiusdem nativitatis millesimo quadringentesimo
octuagesimo nono indictione septima die lune vigesimo secondo mensis
Junii, magnificus et generosus dominus Victor Superantio quondam
clarissimi domini Johannis a bancho per se et fratrem nepotes et heredes
jure proprio inperpetuum dedit vendidit et tradidit ser Jacobo et
Nicolao quondam ser Gasparis de Novello civibus Castrifranchi ibi
presentibus pro se et fratre et heredibus suis stipulantibus
recipientibus et ementibus unum sedimem cum una domo de muro ac cuppis
et cum juribus muri domus fabbricate per Nicolaum quondam ser Jacobi de
Venetiis positum in Castrofrancho infra hos confines ve a mane ser
Antonius Gaius civis Castrifranchi et partim heredes a mane nunc
possident heredes quondam ser Nicolai Danielis a meridie ac monte vie
publice a sero ser Nicolaus quondam ser Jacobi de Venetiis predictus
salvo et cetera ad habendum et cet. et quicquid et cet. cum omnibus et
cet. cum acessibus et cet. et cum omnibus et cet. precio et foro
ducatorum trecentorum sexdecim cum dimidio auri boni iusti ponderis
solvendo in pagis tribus pro rata, incipiendo solvere primam pagam per
totum mensem septembrem 1490 et sic de anno in annum usque ad
complementum solutum integre suprascripte.
Quod
sedimem cum domo et juribus et pertinencis suis dictus magnificus
dominus venditor possidere constituit nomine ipsorum emptorum donec et
cet. quam acipere permittens dictis nominibus et cet. se dictam eam
venditionem et cet. et predictus venditor et cet. sub pena dupli et cet.
et refectionem et cet.
que et cet. pro quibus et cet.
Actum Castrifranchi in bastita veteri sub porticu domus habitationis
suprascriptorum emptorum presentibus ser Antonio Gaio quondam ser Petri,
ser Bertucio Sasacher quondam ser Urbani, ser Antonio lanario de Bergamo
quondam ser Joannis, ser Bartolamio de Scriptoribus quondam ser
Laurentii, civibus Castrifranchi testibus rogatis.
ASBas. Notarile Castelfranco b. 8 cc. 81v
Not. Giovanni ferro
Acquisto di messer Giacomo e Nicolò da Novello
Nel nome di Cristo amen, nell’anno della sua natività millequattrocento
ottantanove indizione settima nel giorno di lunedì ventidue del mese di
giugno, il magnifico e generoso signor Vittore Soranzo del fu
chiarissimo signor Giovanni dal banco per se e per il fratello e nipoti
ed eredi, con diritto proprio in perpetuo ha dato, ha venduto e ha
consegnato a messer Giacomo e messer Nicolò del fu messer Gaspare da
Novello, cittadini di Castelfranco lì presenti, per se e il fratello ed
eredi, stipulanti, riceventi e vendenti un sedime con una casa di muro e
coppi e con i diritti sul muro della casa fabbricata da Nicolò del fu
Giacomo da Venezia (Barbarella) posto in Castelfranco fra questi
confini, ossia a mattina messer Antonio Gaio cittadino di Castelfranco e
in parte gli eredi, a mattina ora possiedono gli eredi del fu messer
Nicolò Daniele, a mezzogiorno e a monte le vie pubbliche a sera messer
Nicolò del fu Giacomo da Venezia predetto salvo ecc. per avere ecc. e
qualunque cosa ecc. con tutti ecc. con accessi ecc. e con ogni ecc. al
prezzo di mercato di ducati trecentosedici e mezzo di buon oro e del
giusto valore, corrispondendo in tre pagamenti per lo stabilito,
iniziando a saldare il primo pagamento per tutto il mese di settembre
1490 e così di anno in anno fino alla completa e integra soprascritta
soluzione. Il quale sedime con casa e diritti e sue pertinenze, il
signor venditore ha stabilito di possedere nel nome degli stessi
compratori finché ecc. quanto permettendo di accettare ai detti nomi
ecc. se quella detta vendita ecc. e il predetto venditore ecc. sotto la
pena doppia ecc. e la riparazione ecc. che ecc. per i quali ecc.
Atto rogato nella bastia vecchia di Castelfranco sotto il portico della
casa d’affitto (tenuta a livello con diritto di affrancazione da
Filippo Dalmarigo) dei soprascritti acquirenti, alla presenza di
messer Antonio Gaio del fu messer Pietro, messer Bertuccio Sasacher del
fu messer Urbano, messer Antonio lanaro da Bergamo del fu messer
Giovanni, messer Bartolomeo degli Scrittori del fu Lorenzo, cittadini di
Castelfranco, testimoni richiesti.
Giacomo e Nicolò Novello comprano diecimila mattoni
per la costruzione del palazzo
Emptio quarellorum pro ser Jacobo de Novello
1489 indictione septima die martiis XXII septembris
Castrifranchi in domo mei notari infrascripti, Bartolomeus et
Bernardinus fratres filii ser Ritii de Jacomatiis de Campreto agentes
nominibus suis
propriis ac nomine vice ser Ritii eorum patris a quo dixerunt habere
licentiam omnem datum premitentes etiam quam ratificabat omnia et
singula infrascripta simul et insolidum se obligantes vendiderunt ser
Jacobo quondam ser Gasparis de Novello civi Castrifranchi ibi presenti
et per se et fratrem et heredes ementi miliario decem quarellorum boni
murelli, bene coctorum, quos dare promiserunt super fornace, amodo usque
ad diem XXIII mensis novembris proximum futurum, pretio e foro librarum
quatuor cum dimidio parvorum singulo miliari, pro quo pretio predicti
venditores dictis nominibus confessi fuerunt habuisse ab eodem emptore
staria octo et quartam unam frumenti pro incipiendo, pro quo frumento se
habito vocaverunt quam bonum solutum fore de dictis lapidibus facienti
facere et cet. Cum condictione quam si dicto tempore non dabunt eidem
ser Jacobo dictos quarellos bene coctos ut supra possit et valeat idem
ser Jacobus emere totidem quarellos omnibus expensis damnis et interesse
predictorum venditorum.
Presentibus magistro Matheo fabro quondam ser Bartholomei de
burgo Plebis, ser Zacarie intaiatori quondam ser Hieronymum de Venitiis
habitatori Castrifranchi.
ASBas. Notarile Castelfranco b. 9a cc. 122v
Not. Giovanni Ferro
Acquisto di mattoni per messer Giacomo da Novello
1489 nell’indizione settima nel giorno di martedì ventidue
settembre di Castelfranco in casa di me notaro infrascritto, Bartolomeo
e Bernardino fratelli figli di messer Rizio de Giacomazzi di Campreto,
agenti ai nomi propri e al nome invece di messer Rizio loro padre dal
quale hanno detto di avere avuto il permesso, premettendo che inoltre
ratificava ogni cosa infrascritta obbligandosi insieme e insolidum,
hanno venduto a messer Giacomo del fu messer Gaspare da Novello,
cittadino di Castelfranco, lì presente e per sé e per il fratello ed
eredi acquirenti diecimila di mattoni di buon muro, ben cotti, i quali
hanno promesso di dare nella fornace, d’ora innanzi fino al giorno
ventitré del mese di novembre prossimo futuro al prezzo di mercato di
lire quattro e mezza di piccoli al singolo migliaio, per il quale prezzo
i predetti venditori ai detti nomi hanno confessato avere avuto per
l’inizio da quel compratore stari otto e una quarta di frumento, per
questo frumento così avuto, hanno dichiarato che sarà bene pagato dei
detti mattoni da farsi ecc. Con la condizione che se nel detto tempo non
daranno allo stesso messer Giacomo i detti mattoni ben cotti come sopra,
lo stesso messer Giacomo possa e abbia facoltà di comprare altrettanti
mattoni a ogni spesa, danni e interesse dei predetti venditori.
Alla presenza del mastro Matteo fabbro del fu Bartolomeo di borgo Pieve,
di messer Zaccaria scultore in legno del fu Gerolamo da Venezia abitante
a Castelfranco.
Accordo tra Giacomo, figlio di Nicolò Barbarella
e Giacomo Novello per il muro di confine
Concordium inter ser Jacobum Barbarellum et ser Jacobum
Brunellum
In Christi nomine amen anno et cet. 1490 indictione octava
die mercurii XXIIII mensis martii, cum esse differentia inter ser
Nicolaum Barbarellum civem Castrifranchi quondam ser Jacobi de Venetiis
ex una et ser Jacobum Brunelum quondam ser Gasparis nomine suo et
fratris ex alia, occasione muri domus ser Nicolai predicti in quo dictus
ser Jacobus fabricare pretendit et se adherere cum muro per eum
construendo super suo terreno, absque aliqua expensa, et dictus ser
Nicolaus pretendit quam dictus ser Jacobus Brunelus satisfaciat ei et
solvat murum domus sue predicte si vult adherere ei et in illo muro
fabricare et cet. et pro nunc talis differentia decidere non possit eo
quam nobiles de K. Superantio auctores ambarum partium quam habent
instrumenta ut scripturas suas super hoc interesse non possant et dictus
ser Jacobus Brunelus complere possit fabricam per eum inceptam sine
previditio jurium
alicuius partium. Nunc vero ser Jacobus Barbarellus filius prefati ser
Nicolai agens nomine patris sui pro quo de rato promisit ex una et ser
Jacobus Brunelus predictus nomine suo et fratris pro quo de rato
promisit ex alia concordes remanserunt et predictus ser Jacobus Brunelus
sive previditio jurium alicuius partium possit complere fabricam suam et
se adherere muro domus ipsius ser Nicolai et in eo fabricare, cum hoc
pacto et conditione quod si per totum mensem aprilis proximi futuri
talis differentia inter eos expressas non fuerit decisa, predictus ser
Jacobus Brunelus solvere debeat eidem ser Nicolao Barbarelo sive dicto
ser Jacobo eius filio eius nomine stipulantem meditatem muri novi domus
predicti ser Nicolai Barbareli, in ratione librarum quinque, ve quinque
parvorum singulo passu et ratione passus, intelligendo ac loquendo de
muro unius lapidis ac si erit pluris grossi in dictis reducatur ad murum
unius lapidis ad omnem beneplacitum ipsius ser Nicolai Barbareli, et
similiter si ipsa differentia decideretur et cognosceretur quam ipse ser
Jacobus Brunelus murum predictum solvere teneatur ipsum predicto
precio solvere teneatur et cet. Declarato etiam quam antequam dictus ser
Jacobus Brunelus in eo muro fabricare faciat debeat murus predictus
perticari. Que omnia et singula suprascripta partes vicissim observare
promiserunt sub obligatione eorum suorum bonorum.
Actum Castrofranchi in domo mei notarii presentibus
spectabile domino Jacobo Superantio quondam magnifici domini Francisci,
ser Nicolao de la Marta notario quondam ser Jacobi, domino Hieronymo de
Usnagis de Venetiis, testibus rogatis.
ASBas. Notarile Castelfranco b. 9a, cc. 240v
Not. Giovanni Ferro
Accordo tra messer Giacomo Barbarella e messer Giacomo
Brunello (da Novello)
Nel nome di Cristo amen, nell’anno ecc. 1490 indizione ottava
nel giorno di mercoledì ventiquattro del mese di marzo, essendoci
diversità (di opinione) tra messer Nicolò Barbarella cittadino di
Castelfranco del fu Giacomo da Venezia da una e messer Giacomo Brunello
del fu Gaspare, a nome suo e del fratello, dall’altra a causa del muro
della casa di messer Nicolò predetto, nel quale il detto messer Giacomo
pretende di fabbricare e aderire con il muro per lui da costruire sul
suo terreno, senza alcuna spesa, e detto messer Nicolò pretende che il
detto messer Giacomo Brunello lo accontenti e paghi il muro della
predetta sua casa se vuole aderire a quello e in quel muro fabbricare
ecc. e per ora tale diversità (di opinione) non si possa in ciò
decidere e su questo non possano intervenire perché i nobili di Cà
Soranzo in quanto venditori di entrambe le parti conservano gli
istrumenti, ossia le loro scritture (documenti della vendita dei due
sedimi) e il detto messer Brunello possa compiere la fabbrica per
lui iniziata senza previsione di diritti delle parti di alcuno. Dunque
ora, messer Giacomo Barbarella figlio del predetto messer Nicolò agente
in nome di suo padre per il quale ha promesso su quanto stabilito da una
e messer Giacomo Brunello predetto al nome suo e del fratello, per il
quale ha promesso su quanto stabilito, dall’altra sono rimasti concordi
che senza previsione di diritti delle parti di alcuno possa completare
la sua fabbrica e aderire al muro della casa del medesimo messer Nicolò
e in quello fabbricare, con questo patto e condizione che se per tutto
il mese di aprile prossimo futuro tale diversità (di opinione)
tra loro espressa non sarà stata decisa, il predetto messer Giacomo
Brunello debba pagare al medesimo messer Nicolò Barbarella o al detto
messer Giacomo suo figlio, stipulante al suo nome, la metà del nuovo
muro della casa del predetto messer Nicolò, in ragione di lire cinque,
ossia cinque di piccoli al singolo passo e in ragione di un passo (circa
cm. 175), intendendo e parlando di un muro di un mattone e se sarà
più grosso (più largo di spessore) nei detti, sia ridotto a un
muro di un mattone (di spessore) a ogni beneplacito di messer
Nicolò Barbarella, e similmente se si decidesse e si conoscesse la
stessa diversità (di opinione) che lo stesso messer Giacomo
Brunello sia tenuto a pagare il medesimo muro al predetto prezzo ecc..
Ancora dichiarando che prima che il detto messer Giacomo Brunello faccia
fabbricare in quel muro, il predetto muro debba essere perticato (misurato).
Le quali tutte soprascritte parti hanno promesso a vicenda di ossevare
sotto l’obbligazione dei loro beni.
Atto stipulato in Castelfranco in casa di me notaro alla
presenza dello spettabile signor Giacomo Soranzo del fu magnifico signor
Francesco, (in seguito procuratore di San Marco e proprietario di Cà
Soranzo a San Polo) di messer Nicolò della Marta notaio del fu
Giacomo, del signor Gerolamo da Usnago di Venezia, testimoni rogati.
Contratto
per la balconata e la loggia
Pro ser Jacobo de Novello mercatum
columnarum
et lapidum.
In
Cristi nomine amen 1490 indictione octava die martis XIII mensis aprilis
Castrifranchi sub porticu domus heredium quondam ser Joannis de Soncino
presentibus testibus infrascriptis, ibique ser Antonius quondam Johannis
Spinaza de villa Visnadi Petrerubee districtus Tarvisii per se et suos
heredes ex una et ser Jacobus quondam ser Gasparis de Novello civis
Castrifranchi nomine suo et fratris ex alia fecerunt ad invicem mercatum
in hunc modum et formam, ve dictus ser Antonius promisit et se
solemniter obligavit facere dare eidem ser Jacobo quatuor colonas cum
suis lidis, altas cum ipsis lidis pedibus quinque cum dimidio ad misuram
paduanam grossas prout est colona domus ser Victoris Tempeste super
eius curiam, item duas planas longas una queque earum pedibus undecim
paduanis largas uno pede trivisano grossas uno tercio pedis trivisani,
item quatuor pilastras altas ad simul columnarum largas uno quarello per
longum cum suis capitellis quam pilastrate una cum ipsis capitellis sunt
longe ut supra, item tres alias planas longas pedibus tribus cum dimidio
pro quaque paduanis largas et grossas prout sint alie plane suprascripte,
que laboreria facere debeat de bonis lapidibus et bene laboratas et in
bona et usuali forma et dare ipsa laboreria conducta in Castrumfranchum
in his terminis ve unam balconatam fulcitam, ve duas colonas unam
planam duas pilastratas cum suis lidis et capitellis per totum mensem
presentem et reliqua ad medium mensem maii proximum futurum et debeat
eas plumbare ad omnem requisitis dicti ser Jacobi. Et ipse ser Jacobus
dicto nomine promisit dare et solvere dicto ser Antonio pro integro
precio mercede dictorum laboreriorum ducatos octo auri pro partis cuius
pretii dictus ser Antonius confessus fuit habuisse a dicto ser Jacobo
starum unum frumenti et unum fabe conceditum pro libris novem et soldis
octo parvorum et si temporibus predictus dominus ser Antonius non daret
laboreria predicta conducta ut supra, ipse ser Jacobus ea facere posset
ad omnes expensis damna et interesse dicti ser Antonii. Verum que
dictus ser Jacobus de nomine de colore lapidum non est bene instructus,
declarantes quam facta et conducta prima balconata suprascripta si non
placitare ser Jacobo color dictarum lapidum ipsam balconatam primam
accipere teneatur et solvere ad ratam laboreriorum suprascriptorum, alia
non laborerie dictus ser Antonius facere non debeat, quia eo casu
volunt presens mercatum sit finitum et ulterius non precedat que omnia
partes suprascripte firma et rata vicissim habere premiserunt et in
aliquo non contrafacere sub obligatione omnium suorum bonorum.
Testes magister Nicolaus Bresola quondam magistri Jacobi, Dominicus Brombila q. magistri Antonii,
magistro Antonio Gobo murario.
Omnibus habitatoribus Castrifranchi testibus.
ASBas. Notarile Castelfranco b. 8 cc. 255v.
Not. Giovanni Ferro
Contratto di colonne e pietre per Giacomo da
Novello
Nel nome di Cristo amen 1490 nell’indizione ottava nel giorno
di martedì tredici del mese di aprile di Castelfranco sotto il portico
della casa degli eredi del fu messer Giovanni da Soncino, alla presenza
dei testimoni infrascritti, e qui messer Antonio del fu Giovanni Spinaza
della villa di Visnà di Pederobba del distretto di Treviso, per se e per
i suoi eredi, da una e messer Giacomo del fu messer Gaspare Novello
cittadino di Castelfranco, a nome suo e del fratello dall’altra, hanno
stipulato a vicenda il contratto in questo modo e forma, ossia il detto
messer Antonio ha promesso e solennemente si è impegnato di fare e dare
allo stesso messer Giacomo quattro colonne con le sue basi, alte con le
stesse basi piedi cinque e mezzo, alla misura padovana grossa (circa
197 cm.), com’è la colonna della casa di messer Vittore Tempesta
sopra la sua curia, item due davanzali lunghi, uno dei quali di piedi
undici padovani (circa 393 cm.), larghi un piede trevigiano
(circa 35 cm.) e grossi (dello spessore di) un terzo di piede
trevigiano, item quattro pilastri alti come le colonne, larghe (del
diametro) un mattone per lunghezza con i suoi capitelli quanto una
pilastrata (spalla dell’apertura tra due pilastri o colonne) con
i suoi capitelli siano lunghe come sopra, item altri tre davanzali
lunghi tre piedi e mezzo padovani (circa 125 cm.) larghi e grossi
(dello spessore) come sono gli altri davanzali soprascritti, che
si debba fare i lavori con buone pietre e bene lavorate e in buona e
usuale forma e dare gli stessi lavori, condotti in Castelfranco, in
questi termini, ossia una balconata con sostegno, ovvero due colonne, un
davanzale, due pilastri con le loro basi e capitelli per tutto il
presente mese e le rimanenti alla metà del mese di maggio prossimo
futuro e si debba quelle piombare (saldare con il piombo) alla
richiesta del detto messer Giacomo. E lo stesso messer Giacomo al detto
nome ha promesso di dare e pagare al detto messer Antonio per l’integro
prezzo del contratto dei detti lavori ducati otto d’oro, per parti del
cui prezzo, il detto messer Antonio ha confessato di aver avuto dal
detto messer Giacomo uno staro di frumento e uno di legumi accordato per
lire nove e soldi otto di piccoli e se nei tempi il predetto signor
messer Antonio non desse i predetti lavori, condotti come sopra, lo
stesso messer Giacomo potrebbe fare quelli a ogni danno e interesse di
spesa del detto messer Antonio. Dichiaranti tuttavia , poiché il detto
messer Giacomo non è bene informato sul nome del colore della pietra,
quando fatta e condotta la prima soprascritta balconata, se il colore
delle dette pietre non piacerà a messer Giacomo, sia tenuto ad accettare
la prima medesima balconata e pagare per la rata dei lavori soprascritti
e gli altri lavori il detto messer Antonio non debba più fare, perché in
tal caso, vogliono che si concluda il presente contratto e non si
proceda oltre e che tutte le parti soprascritte a vicenda hanno promesso
di tenere ferme e stabilite (le parti del contratto) e in alcun
modo contraffare sotto l’obbligazione di ogni loro bene.
Testimoni, mastro Nicolò Bresola del fu mastro Giacomo,
Domenico Brombilla del fu mastro Antonio, mastro Antonio Gobbo, muratore.Tutti
testimoni abitanti a Castelfranco.
Divisione tra Nicolò e Giacomo Brunei (Novello)
a Treville nella casa nuova
dei Soranzo
Anno 1494 In villa Triumvillarum in domo nova de
Cà Superantio…
Divisio ser Nicolai et Jacobi Brunei.
Eodem millesimo et indictione et locho die sabati 18 mensis
octubris presentibus domino Jacobo Superantio quondam Clarissimi domini
Francisci, domino Tomas de Bonetis quondam domini Ugi venetis, testibus
habitis vocatis et rogatis.
Constiduiti ser Nicolò ser Jacopo fradei quondam Gasparo da
Novelo citadini de Castelfrancho davanti el magnifico miser Vetor
Soranzo fo de magnifico miser Zuane come suo zudese arbitro, da poi
fatta molta desputation infra loro fradei dele cosse che insieme hano
afar et che hano adevider, tamen per dar principio avignire alfatto de
la division et separation de i boni soi infra loro concluse de comun
concordio de far devision de le infrascritte casse et beni che la raxon
volesse che per esser ditto ser Nicolò mazor fradelo, lui dovesse far le
parte tamen perche etiam quando el prefato miser lo zudese unaltra volta
de una sua division intra loro facta [ ] le infrascritte casse cum
condicion che che quan piu i dividesse, ditto ser Jacopo dovesse far le
parte de ditte casse et ditto ser Nicolò dovesse lezer pero per
oservation de tal dechiaracion alora fatta, ditto ser Jacomo divide
linfrascritte casse de lor fradei in do parte nel modo sottoscritto et
vuol et contenta che come labia fatte le parte ditto ser Nicolò debia
elezer, et cusì ditto ser Nicolò vol e contenta lo le faci premetando
che fatte le sia subito legera una de esse do parte, el qual ser Jacopo
divide in questo modo zoe, che le mete in una parte la casa granda nova
che ditti fradei ha dentro dal Castelfranco cum la sua corte e teza che
è in cavo essa corte de ditta cassa nova la qual cassa corte e teza
confina dal cavo de sora con la strada comuna che deschore per el
castelo verso el palazo et dalaltro cavo verso mezodi cum unaltra strada
comuna che deschore davanti le casse del ser Filippo dal Marigo e
dalabanda verso doman confina con la casa pizola corte de essa cassa
pizola de ditti fradei, la qual cassa pizola et corte de essa cassa
pizola se metera in laltra parte qui desotto et laltra banda verso sera
confina con la cassa e corte de ser Nicolò Barbarela, e questa cassa
granda come e ditto he per una parte cum condicion che colui a chi
tochera la cassa pizola e sua corte sopra nominata possi fabrichare asuo
piazer tuto quelo et come el vora et fabrichare in nel muro et sul muro
che divide questa cassa grande et corte eteza da la sopra nominada cassa
pizola e sua corte non possando pero far porte ne finestre che guardi ne
vegni in questa cassa grande, [ ] laltra veramente parte mete ditta
cassa pizola cum la sua corte la qual cassa pizola et sua corte confina
a monte in la sopra nominada via comuna che va verso el palazo et da
laltro cavo verso mezodi laltra sopra nominada via comuna che va dinanzi
via la cassa de ser Filipo dal Marigo la qual cassa pizola cum la sua
corte se mete in questa altra segonda parte con condicion de poder
fabricar asuo piaser ut supra come ne laltra parte et dechiarido
dechiarando che colui achi tocha la cassa nova granda messa qua sopra in
la parte prima non posso far fenestre ne porte da questa banda che vegna
ne guardi in questa cassa ne su la corte de questa cassa.
Item mete in questa parte segonda de compagnar cum questa
cassa [ * ] casse che ha alivelo da ser Filipo dal Marigo al quale [ * ] alanno de livelo le qual lire [ ] soldi 10 colui achi tochera
questa [ * ] la qual cassa è messa fora de Castelfrancho in la bastia
[ * ] cavo confina da un cavo con la via comuna va verso el merchato
[ * ] d’Asolo cum unaltra via comuna va de drio via de ditta bastia
verso [ * ] de e Marcho e da la banda de verso monte maistro Antonio
lanaro e [ * ] verso mezodi cum i eredi de ser Cristofaro de Vidozo,
mete cum questa parte segonda de compagnia de ditte do casse unaltra sua
cassa che lha in Asolo laqual tien alivelo daloro ser Simon de Vial de
Pagnan e pagali lire [ ] soldi [ ] come apar per instrumento et con
la condicion apar per ditto instrumento al qual se habia relacion. E
fatto la ditta parte per ditto ser Jacopo presente ditto ser Nicolò e mi
nodaro et testimoni suprascritti e lecto piu volte quanto di sopra è
scritto a esse parte luna laltra havudo quanto è scritto zoe ditto ser
Jacopo afirmante volte star su quanto da sopra è scritto, e che ditto
ser Nicolò lezesse a suo apiser, et ditto ser Nicolò ben al di et
intesso el tuto et habuto conloquo con Bernardin dicto Forlaneto suo
fiol dechiarando eleze e lezando dechiarisse che i tuol eleze le ditte
do parte ut supra fatte per porle sia parte la cassa granda nova e cum
la sua corte e teza notada in la parte prima soprascritta con le
condition de sopra chiaride et cusi rechiesse io nodaro dovesse
dechiarir et notar presente a tuto ditto ser Jacopo et [ ] contentante
ac laudante [ ] haveva fatta ditto ser Nicolò rechiedando uno e laltro
de loro el prefato miser lo zudese che per mazor fermeza de la division
de esse casse ut sopra da cordo tra loro fatta dovesse interponte eciam
lui come suo zudese arbitro la sua autorita et resalvar poi liberta in
si zudese de poderli expedir et dividerli in le altre cosse per una et
piui sentencie et division unaltra e piu volte quam a ditto miser parera
e piasera. Hinc est ch’io Vetor Soranzo judese arbitro et arbitrador et
amirhabel compositor tra essi sopra nominadi fradei havenendome atrova
presente a tuto quanto di soprascritto per la letera che in mi riservai
per la sentencia altre volte per mi fatta tra ditti fradei scritta per
ser Jacopo Bossi nodaro in Venesia adi 13 lugio 1494 etc.
Invocando el nome de Dio dal qual precede ogni quanto et bon
giudicio circha a questo retichando de le casse corezo et reformo in
questo modo ve sentencio iudice arbitro et compono et ditermino de ditto
et de fatto more veneto che ditta division che divise ut supra per lui
ser Jacopo al presente fatta e la elecion per ditto ser Nicolò ut supra
de presente fatta remagna ferma valida et innapelabile, ita che essa
cassa nova sia et se intenda cum le condicion soprascritte esser la
parte aspettante al ditto ser Nicolò de le sopranominade casse, e laltra
cassa dentro e quela de fora e quela da Assolo con le condicion
soprascritte se intenda e sia la parte del ditto sopranominado ser
Jacopo de soprascritte casse salvis primis resalvo raxon in mi de poder
sentenciar inreliquis eciam corezer e rifirmar ditta mia sentencia altre
volte facta ut supra in ogni altra parte et circha ogni altra cossa mi
paresse ne eciam salvis primis resalvo in mi raxon de poder in una e piu
division e sentencie tuto quelo mancho a devider tra ditti fradei e
difinir tute [ ] gia e podesse anci come e quam mi parera segondo
la forma dela liberta in mi reservada per la sopra nominada sentencia de
ser Jacopo Bosso notaro soprascripto.
Que omnia singula per me infrascriptum notarium illorum
electum sive suprascriptis Nicolao et Jacobo fratribus que omnia bene
intelecta illorum laudant aprobant et rectificant in omnibus et per
omnia ut si scriptum est promitentes invicem abere firma rata et grata
et non contrafacere ut venire per se ut alios sub obligatione omnium
suorum bonorum presentium et futurorum rogantes me notarium ut de
promisis relevare debeat duos publicos instrumentos vulgare servore ut
supra scriptum est et dare uno pro quoque
eorum.
Ego
Petrus Gayus notarius rogatus scripsi
* Parte
del documento mancante
ASBas Notarile Castelfranco b. 614 cc, 12r, 12v
Not. Pietro Gaio
Testamento di Giacomo Novello del fu Gaspare
In Christi nomine amen, anno eiusdem nativitatis millo
quingentesimo sextodecimo, indictione quarta, die secundo mensis martii,
in Castrofrancho, in mezato domus habitationis mei notarii infrascripti,
presentibus testibus infrascriptis: ibique cum egritudinis vehementia
corporalis solet plerumque a rationis
tramite in tacitum mentem avertere quam de dum de temporibus inverum
etiam de se ipso et de anima quispiam disponere, ordinare, seu providere
non valet, quod dum in mente sobrietas est in corpore quies melius et
salubrius disponitur ac etiam ordinatur ultime juditium voluntatis. Idcirco providus vir ser Jacobus de Novello quondam
ser Gasparis civis et habitator Castrifranchi considerans huius seculi
fragilitatem et quam nihil est morte certius nihilque hora eius
incertius non intendens intestatis decedere sed anime sue et
dispositioni bonorum suorum providere, sanus per dei gratiam corpore et
mente sensuque discretus et sobrius per dispositionem bonorum suorum
mobilium et immobilium presentium et futurorum ubilibet existentium suum
nuncupativum testamentum sine scriptis in hunc modum qui sequitur facere
procuravit, et servata per me notarium infrascriptum forma ducalium
provisionum nemine expulso de dicto mezato quia nemo aderat, interogatus
fuit si volebat hoc suum testamentum scribi literaliter ut vulgariter,
reddidit velle quam scriberetur sermone materno ad omnem
intelligentiam, quo facto ita ordinare cepit.
Io recomando in primis
lanima mia alo altissimo Creator nostro Jdio et ala sua gloriosa madre
semper verzene Maria, et voglio et ordino che quam piaserà a sua divina
Maiestà che lanima mia sia separata dal corpo el corpo mio sia
sepelido in lo nostro monumento in la giesia de San Jacomo a
Castelfranco, et voglio et ordino che il zorno de la mia sepultura
mei fioli et heredi infrascriti facino celebrar per lanima mia messe
vinticinque in dicta giesia cum quella altra spesa de cere et altre cose
che alor parerà.
Item ordino et lasso
per lanima mia che ditti mei fioli et heredi per anni quatro continui da
poi la morte mia siano tenuti et obligati far portar a ditta giesia
tanto oio che sia bastante a tegnir la lampada accesa davanti lo altaro
del corpo de Cristo, in luogo de quello deva a ditta lampada lospedal de
dicto luogo.
Item lasso a i
venerandi religiosi che habiterano in lo monestier de San Jacomo
predicto stara di formento et carro uno vin al anno per anni diese
continui dal dì de la mia morte a diedro da esserli dati per li predicti
infrascripti mei fioli et heredi cum obligation che i ditti venerandi
padri ogni setemana debano
celebrar una messe per lanima mia al nostro altaro in ditta giesia.
Item lasso et ordeno
che oltra la ditta messa che dirà i dicti frati ogni setimana per il
legato predicto.
I miei fioli et heredi
et descendenti infrascripti siano obligati far celebrar in dicta giesia
ogni annno in infinitum messe vinti per lanima mia, et il zorno de la
comemoration de li morti dispensino ogni anno stara uno de pan a i
poveri per lanima mia.
Item lasso et ordino
che per li mei fioli et heredi infrascripti ogni anno fin ad anni cinque
dal dì do la morte mia adriedo sia dato per lanima mia lire cinquanta de
pizoli a la piu povera donzella che se mariderà o de Castelfrancho e de
le ville purché la sia de bona fama, che alor mei fioli parera o in
danari contadi o in tante robe stimade per do boni da bon et de bona
coscientia.
Item lasso et ordino
che dove eremo obligati per un lasso de quondam Frasia mia ameda dar
ogni anno a la ditta giesia de San Jacomo un dopiero de peso de lire
quatro per impizar quam se leva el corpo del nostro signor ala messa
voglio che infrascritti mei fioli et heredi siano obligati dar ditto
dopier et etiam siano obligati far celebrar in ditta giesia ogni anno
messe cinque per lanima de ditta mia ameda segondo cum lei per il suo
testamento havera ordinato.
Interogatus per me
notarium infrascriptum si quid ordinare volebat de male ablati certius
vel incertis, reddidit, quanto a questo voglio in vita mia dispensar
quanto me parera in coscientia haver havuto de ditta rason.
Interogatus de posthumis si quid ordinare volebat reddidit
el non me accade perche so che mia moier non è graveda.
Item voglio et ordeno
che quando dona Maria mia moier non potese viver cum mei fioli et heredi
predicti loro siano obligati darli o trovar una bona camera o in casa o
fuora de casa como a essa piasera et li sia date massarie de ogni sorte
a suficientia et li sia pagati una fantesca che la serva et che la habia
ogni anno de le intrade de i miei beni stara diese formento et mastelli
dodese vin, et che le siano tenute vestire et calzare convenientemente
segondo la condution sua et li sia dato legne, carne, oio sal et altre
cosse necessarie segondo la condition sua et bisogno suo.
Item voglio lasso et
ordeno che de tuto il cumulo de la mia faculta siano extrati ducati
novecento, de i quali siano datti per li mei heredi infrascritti per
dota et nome de dota ducati tresento a Catharina ducati tresento a
Hierolima et ducati tresento a Piasenza fiole de Gasparo mio fiolo
infrascripto, et se Zuane mio fiolo se ritrovera haver tante fiole
legittime et natural voglio similiter le habino ducati tresento per
cadauna de tuto il cumulo de mia faculta, i qual danari et dota voglio
ge siano dati al tempo del suo maritar per li infrascripti mei heredi,
over piu proximi se ritroveranno in quel tempo se contrazera le noze et
in caso che Dio nol voglia, ditte fiole se maridassero senza
conferimento de ditti piu proximi, tunc voglio sia liberta loro de darge
diti ducati tresento o non.
Item voglio et ordeno
che mancando ditte fiole over alcuna de esse ditta dote debia andar et
pervenir ai piu proximi mashi a le piu proxime femine.
Item dispono et ordino
che ditti mei fioli siano tenuti et obligati per dimidia mantegnir
Novello mio nevodo fiolo de ditto Gasparo a Padoa nel studio de tute et
cadauna cosa necessaria per sin serà de anni vinti acio si possa far
valente honor et baxalear la casa, et similiter se uno de i fioli de
ditto Zuane volesse studiar, debia esser mantenuto in studio per dimidia
ut supra fin sarà la eta de anni vinti.
Item instituendo
voglio, lasso et ordeno che in tuti li altri mei beni mobili e stabeli
rason et action presente et future per cadaun modo et via a mi spectanti
e pertinenti, Gasparo et Zuane mei fioli dilectissimi siano mei heredi
universali equalmente et cussì li instituisco cum le condiction et
obligation infrascripte ve che le mie case poste in la bastia vechia de
Castelfrancho.
Item el molin mio posto
in la villa de Poiana, over de Ramon zoé la mità del dicto molin che è
mia propria per indiviso cum mei nevodi fioli del quondam Nicolò mio
fradello.
Item tute le terre et
case che io ho in la villa de Ramon e de Poiana, mai per algun tempo
possino esser vendute, ne alienate, ne altramente obligate ne iudicate
ne per testamento lassate ne per li predicti mei fioli et heredi ne per
descendenti de quelli.
Ma voglio che ditti
beni vadino de heredi in heredi maschi descendenti de ditti mei fioli
usque ad infinitum per stirpe et non per [cavi] et quam intravegnisse
che Idio non voglia chel non se atrovasse maschi voglio che le fie che
alhora se atroverà non maridate siano dotate segondo la conditio sua, in
la qual a quel tempo se atruveranno.
Et de essi beni sian
facto do parte equale, una de le quale sia divisa equalmente tra le fie
descendente de la mia linea che alhora se atroverà, dichiarando che se
alcuna de esse fusse sta dotada, tal dota vadi a conto de la parte sua
siche le dotade et non dotade vegnino equalmente a succieder in dicta
mità, et laltra mità de essi beni sia del monestier de i frati de i
servi che habiterano in lo antedicto monastier de San Jacopo cum
condiction che siano obligati ogni zorno celebrar per lanima mia mesa
una al nostro altaro antedicto.
Item voglio ordeno et
comando che mancando uno de mei fioli predicti senza fioli legittimi et
naturali, laltro mio fiol, over i fioli de quello succieda si in li
dicti beni condictionadi, como in quelli che non se atrouvasse
condictionandi, perché non voglio che per modo alcun quello che morisse
senza fioli possa restar, ne lassar ad altri che ali maschi descendenti
de la prole.
Item dispono et ordino,
che se mai per algun tempo mei nevodi antedicti se francassero dal
livello me pagano per laltra mita del molin antedicto, che è ducati
undese al anno. Che i predicti mei fioli et heredi siano obligati cum li
danari havuti per ditta francation comprar tante terre, in Poiana o in
Ramon, le qual remagnino soto fideicommisso insieme cum le altre terre
et case de Poiana et Ramon sopradicte, et non se francando, voglio che i
ditti mei fioli et heredi non possano vender ad algun el directo dominio
de la dicta mità de molin, ma remagna soto fideicommisso insieme cum la
mità propria antedicta.
Item ordino, che se per
aventura mei fioli predicti non volesseno star insieme et venissero a
division, cadaun de loro toglia la dota de sua moier su la parte sua, et
non voglio che de tuto el monte se possa cavar dota alguna, salvo se
alcun de loro se maridasse la seconda volta et metesse la dota in casa,
in quel caso voglio el possa cavar del cumulo tanto questo haver messo
per la segonda dota ge serà data.
Interogatus a me notario si quos volebat relinquere
commissarios et huius sui testamenti executores, reddidit. Voglio che
siano ditti mei dilectissimi fioli in solidum.
Et questo voglio sia
mio ultimo testamento et voluntà, cassando et annullando ogni altra
ordination che havesse per cadaun modo facta si in scriptura como senza
scriptura, et se per rason de testamento non valesse, vaia per rason de
donation per cason de morte, et per ogni altro modo via, rason et forma,
che meglio el porà valer et tegnir,
et interrogatus ipse testator per me infrascriptum notarium
si sic volebat in fine cuiuslibet particule legati institutionis et
substitutionis prout scriptum et lectum fuerat, reddidit esse
sic.
Presentibus ser Sebastiano Placentino quondam ser Bartolamei,
ser Bartolameo eius filio, ser Antonio filio magistri Baptiste
calderarii, ser Sebastiano eius fratre, ser Paulo filio magistri
Ambrosii calderarii, ser Hieronimo Cantono quondam ser Joannisantoni,
ser Belino pilipario quondam ser Joannis de Leniaco habitatore
Castrifranchi.
Civibus et habitatoribus Castrifranchi testibus rogatis ab
ipso testatore, qui juraverunt manutantis scripturis ad partes ipsius
testatoris, nemini pandere hoc suum testamentum, eo vivente.
ASBas. Notarile Castelfranco
Not. GiovanniAntonio Ferro b. 20, alla data.
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