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SITO IN AGGIORNAMENTO
Luigi Squizzato è nato a Castelfranco Veneto il 27 settembre 1950; la sua formazione è iniziata nei laboratori dell’Istituto Statale d’Arte di Venezia ed è proseguita all’Accademia di Belle Arti, sempre a Venezia.
Fin da piccolo nella bottega del padre Augusto - "el marangon” - ha sperimentato le modalità operative e le esperienze tecniche nell’uso dei materiali e degli strumenti e ha imparato che saper fare è saper pensare. Durante tutta la sua vita ha applicato sapientemente, rispettandone l’ortodossia, molteplici tecniche pittoriche, scultoree e grafiche, anche le più antiche come l’affresco e le più difficili e complesse come l’acquaforte e l’acquatinta.
Il suo operare artistico è sempre stato in continuo evolversi all’interno del Fare, un costante esercizio di raffinata e colta declinazione del saper intervenire a regola d’arte, in maniera filologicamente consapevole dei processi e dei metodi della produzione artistica.
Il professor Luigi Squizzato, docente negli Istituti d’Arte e Licei Artistici di Padova, Cittadella, Castelmassa e Treviso, ha insegnato per quarant’anni il come e il perché delle procedure e delle tecniche conquistando sempre l’attenzione e l’ammirazione di allievi e colleghi. Non si è mai interessato alle sovrastrutture, per lui aveva molta più importanza il rigore negli aspetti esecutivi e tecnici delle diverse discipline artistiche.
Lo studio del colore e della forma di oggetti concreti come il mattone, il coppo, la pietra d’angolo, l’intonaco, che hanno così ben connotato l’appartenenza geografica e l’ambiente cromatico del paesaggio nella pittura veneta, gli sono serviti per dar voce e corpo alle sue intuizioni.
L’amore per la storia del luogo in cui viveva è proseguito e si è tradotto nella ricerca dei tasselli che inequivocabilmente documentassero i perché delle realizzazioni delle opere d’arte che noi conosciamo ed ammiriamo nella Castellana.
Chi ha lavorato con Luigi o ha avuto con lui rapporti di amicizia e di conoscenza sa come si muoveva: era attento e curioso come un esploratore. Luigi ha sempre saputo e divulgato che un mattone racconta la storia e la vita di chi ha impastato la terra e di chi ha posizionato la chiave di volta.
Luigi ha dedicato molti anni della sua vita a circostanziare i suoi studi e a provare, con la ricerca di documenti e testi, le sue ipotesi presso gli Archivi di Stato di Bassano, Treviso e Venezia. Aveva un obiettivo: trovare i tasselli di storia che spiegassero i perché delle numerose e corpose tracce del passato che il territorio della Castellana ogni giorno gli offriva.
Caro Luigi, tocca ora a noi, dopo la tua scomparsa avvenuta il 6 febbraio 2017, cercare nel tuo archivio e nei tuoi appunti le tracce dei tasselli a cui stavi lavorando.
Con i nostri limiti, cercheremo con l’aggiornamento di questo sito di rendere pubblica la parte della tua appassionata ricerca che non hai fatto in tempo a condividere.
Lauretta Dainesi ed Elena Squizzato
Treville, 11 aprile 2018
Tasselli di Storia
Che cosa sono i
documenti storici, se non tasselli, o meglio, “puzzle” all’inglese (ma
anche se mi è inviso il termine, ne rende immediato il significato),
immaginati a sviluppo spaziale tridimensionale, che una volta trovati
s’incastrano ad altri già collocati al loro posto nel corso della
storia. A volte si sovrappongono, altre volte rimangono celati
nell’attesa che qualcuno ritrovandoli li collochi al punto giusto.
Quante volte la mancanza di qualche tassello porta a interpretazioni
basate sul contesto delle aree adiacenti: interpretazioni, che, una
volta recuperati nuovi tasselli e inseriti al posto giusto, vengono
riviste e quindi rimesse in discussione, annullando, di fatto, certezze
date per scontate e già sedimentate dal tempo. Mi sono reso conto che,
anche se molti tasselli non si troveranno mai,
spesso nelle ricerche storiche vale di più la somma di piccole
informazioni che il ritrovare un documento rilevante.
Pure nelle testimonianze storiche riguardanti Castelfranco e la sua Podesteria nel XV e XVI secolo, al tempo di Giorgione fino a questo
momento, tanti tasselli sono stati trovati ed aggiunti agli altri. Un
dato però è certo: una buona parte di documenti pubblici della
podesteria e circa più della metà degli atti notarili stilati sino
all’epoca sono stati dispersi e distrutti durante la guerra di Cambrai
con l’occupazione del castello. La conferma ci viene dal testamento di
Giovanni Tempesta, rogato nel 1529 ...“et perché havemo visto in
questi tumulti de guerre esser sta brusà et squarzà in ogni loco
scripture publice et private cum grandissimo danno de le persone et de
li posteri"... Forse in quei documenti distrutti, qualche
notizia in più sul Giorgione a Castelfranco si sarebbe trovata.
Le
testimonianze scritte, qui inserite nelle varie voci, sono in gran parte
desunte dagli atti notarili e non, ritrovate negli Archivi di Stato di
Bassano del Grappa, Treviso e Venezia, in prevalenza collocabili tra la
seconda metà del XV sec. e la prima metà del XVI, sempre al tempo di Giorgione.
Tra i documenti inediti di una certa importanza inseriti:
· La
presenza del figlio di Tuzio, Muzio Costanzo appartenente all’Ordine dei Gerolosomitani a
Castelfranco (il guerriero della Pala di Giorgione).
· L'inizio della costruzione della Soranza,nel 1499.
· La descrizione in fase di completamento all'epoca dell'attuale villa
Chiminelli a Sant’Andrea O/M, nel 1477.
· I
proprietari dell’allora casa del fregio a Castelfranco, ora Museo di
Giorgione.
· Ca’
Soranzo a San Polo, Venezia,
· Le famiglie Soranzo
e Corner a Treville.
· Le
tombe in San Giacomo, e altre ancora.
Un ringraziamento particolare a tutto il personale
degli
A.S. di Bassano del Grappa, Treviso e Venezia.
Luigi Squizzato
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