DOCUMENTI INEDITI DEL XV E XVI SEC. A CURA DI LUIGI SQUIZZATO   

 

Home

Il guerriero della pala

Documenti Costanzo

Lo studiolo notarile
in Vicolo dei Vetri

La casa del fregio

 

Villa Chiminelli
a S. Andrea

 Documenti villa

 

I Soranzo

Nascita della Soranza

Documenti
Soranza

Il Formaggio del Monte Grappa

Ca' Soranzo
a San Polo

I palazzi Novello

Documenti Novello

Le tombe di San
Giacomo

 

I Corner

 

Inventario di
casa Dotto

 

I PALAZZI DEI NOVELLO

 

 

 

Giacomo e Nicolò, figli di Gaspare da Novello di Bassano (all’epoca detti anche “Brunelli” o “Brunei”, come appare in documenti contabili dei Soranzo, in alcuni atti notarili ed estimi del cinquecento), si stabilivano a Castelfranco nella seconda metà del XV secolo, dove ottenevano la cittadinanza nel 1469. Proprietari di una casa in Asolo, di un mulino sul Muson (comprato da Nicolò e Zordano Poiana) posto ai confini tra Poggiana e Ramon e di alcune possessioni terriere sempre nelle medesime ville: acquistavano nel 1489 da Vittore Soranzo, all’interno del castello nel quartiere delle Fornaci, un sedime con una casa confinante con quella dei Barbarella. L’anno dopo, sfruttando l’intera lunghezza del sedime, prospiciente sulla via “magna” che attraversava (att. Via Francesco Maria Preti) il castello e quasi dirimpetto al palazzo podestarile, facevano costruire un fabbricato inglobando la preesistente casa dei Soranzo e aderendo al muro dell’edificio di proprietà dei Barbarella. Dai documenti risulta che, anche il sedime degli stessi Barbarella, era stato ceduto dai Soranzo in anni precedenti e che, gli stessi, nell’atto di vendita si erano riservati il diritto di aderire alla parete della casa posta sul confine, vantaggio in seguito passato ai Novello.

"La casa granda" fatta costruire dai fratelli Giacomo e Nicolò Novello nel 1490. Sono visibili le tracce della precedente costruzione di proprietà dei Soranzo.
(ora palazzo Rainati in Via F. M. Preti)

Di questa “casa granda” (palazzo ora detto Rainati), sussistono in atti notarili stilati all’epoca i seguenti documenti: la vendita del sedime e casa, da parte dei Soranzo; l’acquisto di diecimila “quarelli” per la sua costruzione; il contratto con il mastro muratore Brombilla per la sua costruzione; la controversia con i Barbarella sul diritto di pagare l’aderenza al loro muro di confine; il contratto di acquisto della balconata prospiciente sulla strada e delle colonne della loggia interna al cortile della casa tenuta a livello da Filippo Dalmarigo (Almerigo de Castellis) in Bastia Vecchia (detto palazzo Soranzo – Novello, ora Banca Popolare di Vicenza) e la sua assegnazione a Nicolò, nella divisione del 1494 con il fratello Giacomo (v. documenti).

La balconata di casa Novello descritta nell'atto del contratto del 1490 tra Giacomo da Novello e Giovanni Spinaza

Precedentemente al sopraindicato acquisto, i Novello abitavano in Bastia Vecchia, nei fabbricati tenuti a livello con diritto di affrancazione di proprietà di Filippo Almerigo de Castellis.

Nel 1494, a Treville nella “domus nova” dei Soranzo, Giacomo e Nicolò decidevano di rimettersi all’arbitrato di Vittore Soranzo perchè esercitasse la propria influenza in maniera risolutiva nella divisione, più volte tentata delle loro case poste a Castelfranco e Asolo. Il documento, oggetto di tale divisione, permette di ricostruire in modo obiettivo le proprietà degli allora cittadini di Castelfranco abitanti  in quella porzione del quartiere delle Fornaci, che ora dà sull’area antistante il Duomo e sulla Via Francesco Maria Preti …“che le mete in una parte la casa granda nova che ditti fradei ha dentro dal Castelfranco cum la sua corte e teza che è in cavo essa corte de ditta cassa nova, la qual cassa corte e teza confina dal cavo de sora con la strada comuna che deschore per el castelo verso el palazo et dalaltro cavo verso mezodi cum unaltra strada comuna che deschore davanti le casse del ser Filippo dal Marigo e dala banda verso doman confina con la casa pizola, corte de essa cassa pizola de ditti fradei, la qual cassa pizola et corte de essa cassa pizola se meterà in laltra parte qui de sotto et laltra banda verso sera confina con la cassa e corte de ser Nicolò Barbarela, e questa cassa granda come è ditto he per una parte cum condicion che colui a chi tocherà la cassa pizola e sua corte sopra nominata possi fabrichare a suo piazer tuto quelo et come el vorà et fabrichare in nel muro et sul muro che divide questa cassa grande et corte e teza da la sopra nominada cassa pizola e sua corte non possando però far porte ne finestre che guardi ne vegni in questa cassa grande”… 
La casa piccola, non più esistente, doveva collocarsi in prossimità e adiacente alla via che percorreva l’area interna del castello parallela alla via “magna” e collegante il quartiere di Mestrina con quello delle Fornaci, ora piazzale del Duomo. Vent’anni dopo, si identificano nell’estimo del 1518 – 1519 le stesse proprietà di case intestate ai figli  …“Ser Alouise Barbarella in dicta contrà una casa da muro in soler, da do bande le vie, da laltra ser Bernardin de Novello, merita ducati quatro.  Ser Bernardin Brunello (Novello) in dicta contrà una casa da muro in soler, da do bande le vie, et da laltra ser Francesco Brunello (Novello), per la qual Boro zudio ge paga de fito ducati diese”...[1].

Casa di Nicolò, figlio di Giacomo Barbarella da Venezia, in Via F. M. Preti
 (al tempo di Giorgione)

Sempre dall’atto di divisione si constata che l’area in cui attualmente si trova la Biblioteca Comunale di Castelfranco, in prossimità dell’allora facciata di San Liberale, apparteneva a Filippo Dalmarigo.  Passava in seguito in eredità agli Avogaro: la nipote di Filippo, Paola, aveva sposato in primo matrimonio Paolo Avogaro, nobile trevigiano. E come tale risulta in proprietà al figlio Alvise, nell’estimo del 1548 – 1556, …”miser Aluise Advogaro nobile tarvisino ha una casa grande da muro coperta da coppi in tre solari et a pe pian con diverse stantie et horto circundatto da muro, confina via pub.ca a due bande, tenuti parte per uso suo, et lasciata iuxta ordinem capituli il restante veramente tenuti ad affitto per donna Lucia Thodesco, e mastro Cristophoro pilier, et pagano ogni anno lire vinti e soldi dodese, e una camera solita fitarsi arbitrata possi fitar lire tre al anno ita che sono in tutto lire vintitre e soldi dodese de piccoli”... [2].

 

Casa di Filippo Dalmarigo, affrancata da Giacomo Novello al tempo di Giorgione (detto palazzo Soranzo?-Novello, ora sede della Banca Popolare di Vicenza).

 

In seguito, Giacomo, a cui era stata assegnata la casa piccola e quella in Asolo, affrancava dal livello il fabbricato con botteghe, posto in Bastia Vecchia, da Filippo Dalmarigo (palazzo detto Soranzo? – Novello, ora sede della Banca Popolare di Vicenza). Un particolare elemento d’identificazione del sopraddetto fabbricato si trova nel contratto per la fornitura della balconata per la grande casa nel castello, in cui si esigevano  anche le colonne e il davanzale per la loggetta interna di tale edificio, …”prout  est colona domus ser Victoris Tempeste super eius curiam, item duas planas longas una queque earum pedibus undecim paduanis largas uno pede trivisano, grossas uno tercio pedis trivisani”… simili a quella di Vittore Tempesta, che abitava nella medesima Bastia Vecchia in una casa affacciata sul Borgo Treviso, e con un davanzale lungo quasi quattro metri.  (loggia che dà sul cortile interno e attualmente ancora esistente v. documento e foto).

 


Loggia interna del palazzo di Giacomo da Novello descritta nel contratto del 1490 tra Giacomo da Novello e Giovanni Spinaza (ora Banca Popolare di Vicenza)

 

Nell’estimo del 1548 – 1556 della Podesteria, in Bastia Vecchia a Castelfranco, rileviamo proprietario dell’edificio, suo figlio minore Giovanni …“Miser Zuane da Novello cittadin de Castelfranco ha una casa grande da statio da muro coperta da coppi con diverse habitation in solaro et pe pian et corte, confina via publica a due bande tenuta per propria habitation et uso suo et lasciati iuxta formam capituli, il restante tenuti ad affitto per maistro Liberale beccaro, maistro Murarotto caxarol (formaggiaio) et maistro Andrea Parixotto marzer (merciaio) con le bottege et pagano ogni anno ducati trentaquattro a lire sei soldi quattro per ducato” [3].  
E’ quindi da ritenersi Giacomo da Novello il committente dell’affresco raffigurante la sacra Conversazione di Maria con i Santi Antonio Abate e Girolamo, datato 1496 e dipinto nel sottoportico. L’affresco realizzato in  monocromia, inglobato successivamente nel mezzanino e strappato durante il restauro dell’edificio, è ora sis
temato nella sala all’interno della Banca: forse commissionato proprio in occasione dell’affrancazione dell’edificio o nella decisione di far erigere il “monumento” sepolcrale della famiglia all’interno della chiesa dei Serviti di San Giacomo. L’opera potrebbe essere attribuita al pittore Giacomo Martello da Ferrara, operante e abitante in quel tempo a Castelfranco. Infatti, la raffinata resa pittorica e compositiva della struttura architettonica che accoglie la Madonna in trono, San’Antonio e San Girolamo, rileva una formazione dell’artista riferibile alla scuola dei frescanti ferraresi.

 

 

 

Affresco strappato ora all'interno della Banca Popolare di Vicenza

 

 

[1] ASTV Estimi, b. 145, Castelfranco. Cittadini I.

[2] ASTV Estimi, b. 210, Castelfranco, Forestieri II.

[3] ASTV, Estimi, b. 210, Castelfranco Cittadini.

Documenti

Tutti i diritti riservati. Ogni diritto sui contenuti del sito è riservato ai sensi della normativa vigente. 2010

info